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Olio extravergine di oliva

I nostri terreni, oltre agli agrumeti, sono dedicati anche alla coltura di olive cultivar Olea europea sativa var. biancolilla per estrarre l’Olio extravergine di oliva.olio extravergine di oliva

Appartenente alla famiglia delle oleacee, l’olivo comincia a fruttificare verso il 3°-4° anno, per giungere alla piena produttività verso il 9º–10º anno; la maturità è raggiunta dopo i 50 anni. È una pianta molto longeva.

Le radici sono molto superficiali ed espanse, in genere non si spingono mai oltre i 60–100 cm di profondità.

Il fusto è cilindrico e contorto, con corteccia di colore grigio o grigio scuro, il legno è molto duro e pesante.

La chioma ha una forma conica, con branche fruttifere pendule. È una pianta sempre verde, la cui attività è pressoché continua con attenuazione nel periodo invernale. Le foglie sono opposte, coriacee, semplici, intere, ellittico-lanceolate, con picciolo corto e margine intero, spesso revoluto.

La fioritura avviene, secondo le varietà e le zone, da maggio alla prima metà di giugno. L’oliva è ellissoidale o ovoidale, a volte asimmetrica, del peso di 1–6 grammi secondo la varietà, la tecnica colturale adottata e l’andamento climatico.

Nella nostra azienda le olive vengono raccolte a mano nel mese di ottobre e immediatamente pressate a freddo. Il colore dell’olio è verde chiaro, e tende al giallo. Il nostro olio si contraddistingue per un aroma con percezioni di mandorla e pomodoro verde.

Dal gusto fruttato eufonico, risulta in prevalenza dolce, e con un soffio leggero di piccantezza, è ottimo per qualsiasi utilizzo in cucina, ma si sposa soprattutto con pesce al vapore, carni e insalate delicate, oppure con formaggi freschi estivi.

Storia

La storia dell’olio d’oliva La coltivazione dell’olivo ha avuto origine in epoca antichissima nella zona compresa tra l’acrocoro Armeno, il Pamir e il Turkestan, da dove si sarebbe poi diffusa nei paesi costieri del Mediterraneo.

Già a Creta si praticava la coltivazione dell’olivo nell’età minoica (3000-1500 a.C.), in Egitto nel 2000 a.C. e in Palestina nel 1000 a.C. I Fenici tra il IX e l’VIII sec. a.C. introdussero l’olivicoltura in Grecia e i Greci la introdussero in Sicilia.

In Grecia l’olivo era sacro per Minerva, dea della Sapienza e della Salute, e in Sicilia, narra una leggenda, fu la dea Cerere che insegnò al pastore Aristeo la coltivazione dell’olivo e la spremitura dell’olio.

Dal paganesimo al cristianesimo, l’ulivo permane come simbolo importante della cultura religiosa. Si legge nella Bibbia che fu una colomba recante nel becco un ramoscello d’olivo ad annunciare a Noè la fine del diluvio universale.

Ed inoltre nella Pasqua cristiana il ramoscello d’olivo è il simbolo della pace. Ed in alcuni riti (battesimo, cresima, etc…) della liturgia cattolica, poi, l’unzione con l’olio santo è ampiamente previsto. Una tradizione ormai collaudata attribuisce dunque all’olivo un posto di prestigio tra le piante utili all’uomo e gli assegna una simbologia nei rituali religiosi.

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